C’era una volta il gioco del calcio.
E c’erano i Mondiali: sogni ad occhi aperti per grandi e piccini.
Partite e nazionali diventate leggenda.
Giocatori entrati nel mito.
Ma anche mondi lontanissimi, bandiere da scoprire, geografie da imparare.
Giocatori sconosciuti, difficili da immaginare, esotici nei nomi, che scendevano in campo e qualche volta battevano i giganti.
Storie e colori d’altri tempi, anche in bianco e nero, che gli adulti di oggi ricordano e i bambini nemmeno sanno che sono esistite.
Storie e colori che possono diventare uno stile per leggere il presente, in modo meno aggressivo e competitivo.
Con tutta la voglia di stupirsi e divertirsi che a volte dimentichiamo di possedere.
Con tutta la consapevolezza che i Mondiali sono la miglior occasione del mondo per riunirlo sotto lo stesso cielo, parlando una lingua che le racchiude tutte quante. Sono il momento migliore per usare uno sguardo che tutti abbiamo nascosto chissà dove, compressi come siamo in una società che accentua le differenze e allontana gli uni dagli altri.
Il calcio, i Mondiali, le maglie, le bandiere: da guardare con occhi diversi.
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