sabato 13 luglio 2013

La settimana argentina al Festival Latinoamericando

MILANO - Un gran compleanno per l'Argentina al Latinoamericando 2013. Alla presenza del Console Generale Argentino Gustavo Moreno è stata inaugurata la Settimana Argentina con una presentazione indimenticabile. A fare da cornice all’evento, le opere del maestro Julio Paz, pittore argentino, emigrato nel 1978, vissuto tra Milano, Berlino e Buenos Aires, dove ha realizzato la sua arte, inquieta e ironica, come l'installazione La Larga Noche, presentata al Festival, che ha come protagonista Bolivar. Julio Paz è nato il giorno prima della Festa dell'Indipendenza, alcuni quadri dell'esposizione hanno come tema la vita di quartiere a Buenos Aires, come il lavoro del parrucchiere, ci sono omaggi al re del tango Carlos Gardel e al pittore Cándido López.
Ad Assago si respira l’atmosfera tipica del Festival: frizzante, allegra, con il maestro di cerimonie che presenta il programma dell’evento mentre il Console Generale si augura un brindisi nel 2016, anno del Quinto Centenario dell'Indipendenza Argentina.
Si passa poi alla degustazione di vini argentini e di empanadas. Con il calice in mano, gli spettatori hanno ascoltato l'esibizione del gruppo di folklore argentino Trio Madre Terra di Carlos Buschini. Carlos suona il basso e il bombo, Miguel Angel Acosta di Buenos Aires e Martin Troncoso sono la chitarra e la voce del gruppo. Tra chacareras e tango, la danza più sensuale del mondo è stata ballata dal maestro Alejandro Ferrante con la splendida ballerina italiana vestita di blu. L’esibizione di tango ha estasiato i partecipanti che si sono fatti trasportare dalle note, immaginandosi in una milonga di Buenos Aires, in un ambiente raffinato ed elegante o in una sala di periferia tra mate, sigari, rose e innamorati.
Ed ecco il momento tanto atteso da molti dei partecipanti, l'esibizione di Vito José Arena, artista tucumano, che presenta al Latinoamericando l’abrazo futbolero, un abbraccio tra i partecipanti contro la nonviolenza nel mondo del calcio e contro le disuguaglianze della società. Il pubblico diventa attore attivo nella performance con persone di tutte le età che salgono sul palco: bambini, adulti, uomini, donne, italiani, argentini, sudamericani assieme a Vito, si stringono in un caloroso abbraccio. Ad ognuno si da un poster con i 10 personaggi della Federazione di Calcio Sudamericana: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Peru, Uruguay e Venezuela. Il sogno di Vito è realizzare un abrazo in Brasile l'anno prossimo durante il Mondiale di Calcio del 2014 che si svolgerà in 12 città brasiliane: Belo Horizonte nello stato del Minais Gerais, Brasilia (Distretto Federale), Cuiabá (Mato Grosso), Curitiba (Paraná), Fortaleza (Ceará), Manaus (Amazzonia), Natal (Rio Grande do Norte), Porto Alegre (Rio Grande do Sul), Recife (Pernambuco), Rio de Janeiro e il mitico stadio Maracanà (Stato di Rio de Janeiro), Salvador (stato di Bahía) e São Paulo nell'omonimo Stato. L'abrazo dovrà essere simile a quello avvenuto a Jujuy, nel 2011, in cui migliaia di persone si sono unite in un abbraccio lungo il perimetro dello stadio, dando vita al primo abrazo futbolero sudamericano con una esplosione di gioia e partecipazione dal basso da parte del pubblico. E' quindi il legame speciale tra Argentina e Brasile il tema della performance di Vito durante l’evento, che con l'abbraccio vuole creare un ponte dall’Italia fino al Sudamerica. I bambini si fermano, si abbracciano, si fanno le foto con Vito che regala i poster e c'è la caccia al personaggio preferito: c'è chi vuole quello della Seleçao perchè ha la moglie brasiliana, il ragazzo ecuadoriano vuole il poster con il personaggio con la maglia gialloblu, quello dell’Argentina è già sparito nelle mani di qualche fortunato bambino. L'energia è ai massimi livelli e l'entusiasmo cresce, c'è chi va a mangiare in uno dei tanti ristoranti del LatinoAmericando, chi beve una birra rigorosamente made in Sudamerica, chi balla il tango, la salsa o i balli di gruppo. Il cielo è terso e la musica crea la magia e l'illusione di essere a Caracas, a Rio, a Quito, a Lima, nella metropoli della propria infanzia o dei propri sogni.

ALESSANDRO DELFIORE

lunedì 1 luglio 2013

Confederations Cup 2013

RIO DE JANEIRO - Il Brasile vince la Confederations Cup 2013 battendo per 3-0 la Spagna. Un doppio Fred e Neymar abbattono la Roja e a celebrare è la Seleçao di Thiago Silva, Julio Cesar e Neymar.
In finale infatti a brillare sono stati i muscoli dei verdeoro che hanno dominato una partita molto fisica, in una giornata di Rio umida, con gli spagnoli reduci dal supplementare con l'Italia e in evidente calo di energie. In semifinale e finale a stupire infatti è la casella zero nei goal della Spagna (a parte i rigori calciati con l'Italia) e forse qualche errorino del tecnico Del Bosque a cui si può rimproverare lo scarso utilizzo di Javi Martinez, perno del Bayern campione d'Europa quest'anno.
Per il Brasile, le sorprese riguardano la capacità di recuperare palla e sorprendere di Paulinho, autore di due reti nella Confederations Cup, la prova di maturità del numero 10 Neymar, neoacquisto del Barcellona, che ha esploso un bolide dalla sinistra per il goal del 2-0 per i verdeoro. Nella finale la gloria c'è stata anche per la difesa con David Luiz, centrale del Chelsea, che è sembrato molto affiatato con Thiago Silva, ex Milan, ora al PSG e probabilmente il più forte difensore al mondo al momento. Gli esterni, Dani Alves, anche lui del Barcellona e Marcelo, Real Madrid, hanno vinto la sfida contro Arbeloa (il peggiore dei suoi), Jordi Alba e Azpilicueta, entrato nel secondo tempo per l'esterno del Real Madrid. Ed è facile osannare Fred, autore di cinque reti, sempre preciso e spietato in area, non avrà la tecnica di Neymar, ma la porta la vede eccome, ha il fiuto del goal e la consacrazione nella Confederations Cup potrebbe spingerlo a lasciare il Fluminense.
La Spagna dopo il primo turno superato a suon di record, già durante la partita con l'Italia aveva evidenziato delle difficoltà in difesa quando gli azzurri acceleravano sugli esterni. I centrali Piqué e Sergio Ramos con l'Italia avevano ostentato la solita sicurezza, che invece è mancata nelle verticalizzazioni brasiliane, con il fidanzato di Shakira che addirittura è stato espulso dal campo per fallo da ultimo uomo su Neymar. E' da ritenersi positivo anche il rientro di Iker Casillas dopo il litigio con Mourinho che lo aveva relegato in panchina per tutta la stagione. Il numero 1 della Roja durante il torneo ha sventato diverse occasioni da goal ed è diventato la prima scelta superando Victor Valdés e Pepe Reina.
E l'Italia? Forse con Balotelli, assente contro la Spagna, sarebbe stata un'altra semifinale. Al di là delle recriminazioni per i rigori, gli azzurri hanno evidenziato una bella crescita con un centrocampo muscolare e tecnico con sugli scudi De Rossi, Pirlo, Candreva, Marchisio con Montolivo e Aquilani pronti a subentrare. Le sorprese De Sciglio e Giaccherini sugli esterni, e il blocco Juve in difesa Bonucci-Barzagli-Chiellini a dare garanzie davanti a Buffon. E' proprio il portierone dei bianconeri che a volte ha lasciato un pò a desiderare e qualcuno ha pensato che dovesse entrare Marchetti, autore di una grande stagione alla Lazio. Prandelli, il ct della nazionale, è sicuramente promosso con lode per il collettivo creato, lo spirito di gruppo e per il bel gioco espresso durante questo torneo.
Tra le altre nazionali, molto bene Cavani nell'Uruguay e buona prova della celeste. Il Giappone ha evidenziato un'ottima squadra contro l'Italia anche se il risultato di 4-3 ha premiato gli azzurri per l'efficacia sotto rete della nostra nazionale. Le delusioni sono arrivate dal Messico, da cui ci si aspettava qualcosa di più, mentre Tahiti ha evidenziato una nazionale praticamente dilettantistica che ha subito 24 goal in tre partite.
La Confederations Cup è stata anche la lotta all'esterno degli stadi per una scuola, una sanità più giusta contro la corruzione del settore pubblico, che ha visto tanti brasiliani scendere in piazza e ricevere la giusta attenzione da parte dei mezzi pubblici di tutto il mondo in un Paese con disuguaglianze evidentissime.
Sembra tutto pronto per il Mondiale del 2014 dove l'Italia potrà recitare sicuramente un ruolo da protagonista assieme a Brasile, Spagna, Argentina, Germania ed un gradino sotto Francia, Portogallo, Inghilterra e Uruguay. E l'Africa? Sembra ancora indietro rispetto a Europa e America con la grande favorita che resta il Brasile per il fattore campo a favore.
ALESSANDRO DELFIORE